Volevamo solo chiacchierare con Alex Zanardi
Al Forum Monzani di Modena

di Matteo Franzoni – 6 novembre 2016

 

Per la serie “Incontri con gli autori 2016”, sabato 5 novembre il Forum Monzani di Modena ha registrato il tutto esaurito per la presenza di Alex Zanardi e Gianluca Gasparini, intenti a promuovere la loro seconda fatica letteraria, “Volevo solo pedalare…ma sono inciampato in una seconda vita”, edito da Rizzoli.

 

A Modena continua il successo dell’edizione 2016 di “Incontri con gli autori”, che vede il Forum Monzani impegnato a presentare gli autori dei migliori bestseller del momento. Sabato 5 novembre tocca al famoso sportivo Alex Zanardi insieme al giornalista Gianluca Gasparini per la presentazione del loro secondo volume “Volevo solo pedalare…ma sono inciampato in una seconda vita”. L’accoglienza del pubblico modenese è di quelle da ricordare, con il Forum Monzani riempito in ogni ordine di posti ben prima dell’inizio della conversazione con gli autori nonostante la giornata   dalle forti tinte autunnali, con una fitta pioggia insistente che ha accompagnato l’intera giornata. Zanardi arriva emozionato, consapevole che ad attenderlo ci sono davvero tante persone, curiose di conoscerlo e di sentire dal vivo la sua storia. Entra in sala visibilmente colpito dall’accoglienza e dai numerosi applausi e si inchina a salutare il suo pubblico, prima di sedersi e iniziare una piacevolissima conversazione con l’amico, nonché giornalista sportivo, Gianluca Gasparini. La loro amicizia nasce anni or sono, quando Alex correva con le automobili ed è proseguita negli anni, sfociando prima nella scrittura del primo libro “Però, Zanardi da Castel Maggiore” che nel 2003 ottenne un gran successo e la cosa che rende ancora felice Zanardi sono i commenti dei suoi lettori, che spesso gli fanno i complimenti dicendogli che lui è riuscito addirittura nell’impresa di far leggere loro un intero libro, questo per lui significa che l’opera deve essere scritta bene e deve raccontare cose piacevoli, altrimenti nessuno perderebbe il proprio tempo a leggerla. La chiave di lettura a suo dire è la semplicità delle cose che lui ha scritto perchè non avendo ricette miracolose ha solo voluto essere fonte di ispirazione per le persone cercando di far scattare in loro la molla per migliorarsi. Il libro terminava con le parole “...sotto con il resto.” e Alex non si è dato per vinto e si è costruito una seconda vita dove ha fatto cose che lo hanno reso famoso, ottenendo un grande successo di pubblico e affetto sia alla guida di un bolide, sia quando usa l’handbike che quando presenta i programmi alla televisione. La conversazione tra Alex e Gianluca è piacevole, i due si punzecchiano e scherzano sul palco, sembrano attori consumati ma sono soltanto amici che vogliono condividere con i tanti presenti la gioia della loro amicizia, oltre al piacere di illustrare al pubblico qualche aneddoto del nuovo libro. Alex parla con affetto del padre, definendolo un uomo saggio e simpatico, che amava chiudere le sue frasi con perle di simpatia. Uno dei suoi maggiori insegnamenti è stato osservare gli altri, ispirarsi a loro e carpire gli elementi di partenza, migliorarli e fare suo il progetto. Cita una massima del padre per meglio far comprendere questo passaggio ai presenti “Tu guarda gli altri, chi copia prende 5 ma è sempre un buon punto di partenza”. Per Zanardi la figura dell’amico Gasparini è ben presente nel libro e la sua prefazione è fondamentale per far comprendere il loro punto di vista di come il libro è stato scritto. Alex parla delle sue esperienze, ha dovuto cambiare due volte il passaporto perchè non ci stavano più i timbri, definisce l’incidente stesso un’opportunità e con questo atteggiamento ha affrontato la riabilitazione. Nel volume ci sono i suoi punti di vista e il suo vissuto, poi interviene Gasparini dicendo che il libro è un casino organizzato, citando Eugenio Fascetti, l’allenatore del Bari, che usava definire così la sua squadra, perchè la storia parte da Rio, l’ultima grande soddisfazione sportiva di Alex e non dal 2003, quando si è concluso il primo racconto. Zanardi svela ai presenti che nel suo mestiere ha sempre messo grande concentrazione per ottenere il massimo, che non equivale a vincere, equivale a dare il massimo di sé stessi in quella prestazione. Alla domanda di Gasparini su quale sia il capitolo preferito, Alex fatica a rispondere perchè dice che nella sua vita ci sono tante cose belle e ognuna ha la sua importanza, anche se poi ammette di essere molto legato al capitolo in cui parla di Filippo, un suo carissimo amico e compagno di classe, che lo prendeva in giro quando gli accennava che da grande avrebbe fatto il pilota di formula uno e che aveva paura quando affermava di voler partecipare alla gara Iron man, un triathlon che si tiene alle Hawaii, con un clima che alterna caldo e vento che stenderebbe chiunque. I due poi accantonano la conversazione su “Volevo solo pedalare…ma sono inciampato in una seconda vita” per parlare della carriera automobilista di Zanardi e subito si va al momento epico che ha reso Alex una leggenda delle corse, il sorpasso a Laguna Seca del 1996 ai danni di Bryan Herta. Ancora oggi vengono vendute le magliette con la scritta “The pass” perchè il circuito di Laguna Seca era ed è conosciuto per l’impossibilità di sorpassare e un colpo come quello di Zanardi non era mai riuscito a nessun pilota. In quella gara il compagno di squadra del pilota bolognese, Jimmy Vasser, ha vinto il campionato di Formula Cart ma Alex con quel sorpasso gli ha tolto le luci della ribalta per un’intera stagione. A proposito dei suoi miti, Zanardi racconta al pubblico che da sempre ammirava e guardava Ayrton Senna ma se gli avessero chiesto a chi voleva ispirarsi avrebbe senza dubbio risposto Nigel Mansell, che se era in giornata poteva inventarsi qualsiasi cosa alla guida. Per Alex essere un buon pilota significa studiare le mosse degli avversari per capire dove e come agire, proprio come gli ha insegnato suo padre. Chip Ganassi, ex pilota nonché proprietario della scuderia Ganassi, ha lasciato un’affermazione sul famoso sorpasso di Laguna Seca che ancora oggi emoziona Alex quando disse “Cento l’hanno pensato, novantanove idioti ci hanno provato finendo contro il muro, Alex Zanardi c’è riuscito”. Per il pilota bolognese sono stati tre anni fantastici quelli delle corse americane, anni di grandi soddisfazioni sportive dove spesso il suo bersaglio è stato Bryan Herta, come a Cleveland, dove era addirittura doppiato ma è riuscito a risalire la china e riprendere Herta vincendo. Nel 1998 finalmente è stato Herta a vincere a Laguna Seca, lasciando secondo Zanardi e in conferenza stampa Bryan gli fece un sacco di complimenti affermando che Alex è stato senza dubbio il più grande campione con il quale si è dovuto confrontare e scontrare.

Alla domanda se l’Olimpiade sia stata il punto massimo della sua carriera Zanardi risponde che le gare olimpiche hanno insito in sé una grande ambizione ma che è la passione che porta a vincerle, oltre allo studio, alla preparazione e alla concentrazione che servono per arrivare a tagliare il traguardo. A Rio quest’estate Alex ha davvero dato tutto con lo sprint sotto al traguardo arrivando senza fiato e vincendo per due secondi…e ammette “Sono stato bravo, ma ho anche avuto culo!”

La conversazione volge al termine, i tanti presenti attendono Alex per l’autografo sul volume appena acquistato, c’è tempo per un’ultima riflessione di Zanardi, che afferma di aver sognato da sempre di divenire pilota e di aver investito tutto in questo sogno. Incita tutti ad aver ben chiaro il proprio obiettivo e la propria passione puntando tutto giorno dopo giorno sulla loro realizzazione. Si definisce senza timore un uomo maledettamente fortunato perchè ha potuto trasformare la sua passione nel suo mestiere ma precisa che essere sereni e appagati nella vita di tutti i giorni significa essere brave persone e portare a casa il proprio risultato, che per lui equivale ad aver sposato la donna che ha sempre amato, aver costruito una famiglia insieme a lei e avere degli amici, e si volta sorridendo guardando Gasparini.